L’IMPORTANZA dell’AMBIENTE

 

Un ambiente di vero benessere

L’impiantistica termo-idraulica: il cuore pulsante di una Spa

 

Introduzione

Quando si parla di progettazione di un Centro Benessere spesso si tende ad analizzare il solo risultato estetico di ogni area: immagini mozzafiato, soluzioni architettoniche all’avanguardia, virtuosismi del design e così via. E’indiscutibile che una Spa sia un ambiente emozionale e sensoriale, ma proprio in funzione di questo aspetto occorrerebbe maturare una maggiore cultura  sul quello che possiamo definire il “cuore pulsante” di ogni Centro, l’impiantistica termo-idraulica.

D’altra parte, quando la posta in gioco è un investimento di risorse economiche consistenti come quello richiesto da un Centro Benessere che si rispetti, la bellezza esteriore non è sufficiente: considerazioni palissiane per molti ma non pienamente ovvie per altri. Il concetto di polisensorialità della Spa oggi infatti non può tralasciare un elemento fondamentale, oserei dire addirittura più importante della stessa bellezza visiva: il benessere globale di un ambiente. Una Spa infatti diventa realmente un tale solamente se il vostro cliente incontra un luogo pulito, perfettamente equilibrato  in termini di temperatura e di umidità, sanificato accuratamente e ottimamente igienizzato

In una Spa, in poche parole, si dovrebbe respirare il benessere, innanzitutto, al sicuro da ogni tipo di contaminazione batterica, certi che la Salus per Aquam avvenga in vasche perfettamente depurate: un luogo dove ogni impianto tecnico garantisca il perfetto funzionamento dell’“organismo Spa” nell’intero arco della giornata e soprattutto con il passare degli anni.

Pertanto, prima ancora di soffermarsi sulle possibili soluzioni architettoniche delle diverse aree, sarete concordi sulla necessità di progettare un impianto termoidraulico coerente rispetto alle diverse aree della Spa; a tal proposito, sia gli imprenditori alberghieri, sia gli architetti e soprattutto le aziende che operano nel settore dovrebbero avere una corretta informazione a proposito di sanificazione dell’aria, di termoregolazione degli ambienti comuni, di depurazione delle acque e di risparmio energetico gestionale, un argomento che fortunatamente si sta imponendo sullo scenario del benessere. Certamente la sensibilizzazione su tali argomenti nel nostro Paese è un fenomeno recente rispetto all’estero, dove, soprattutto per gli ambienti pubblici, e quindi per la Spa, esistono regolamentazioni ben precise oramai da un ventennio.

In Italia solamente nel 2001 il Ministero della Sanità, Dipartimento della Prevenzione, aveva pubblicato un documento sulla “Tutela e Promozione della Salute negli ambienti confinati”, una relazione predisposta dalla Commissione tecnico-scientifica, istituita nell’aprile del ’98, con il compito di elaborare proposte d’intervento in materia di inquinamento “indoor”. La relazione infatti evidenziava l’esistenza in Italia di situazioni di rischio per la salute, riconducibili all’inquinamento degli ambienti indoor e indicava una serie di azioni per la gestione ed il controllo di tali rischi, sia a livello normativo sia a livello impositivo, educativo e persuasivo.

L’impiantistica e l’inquinamento indoor nella Spa

L’espressione “ambiente indoor”, pienamente utilizzabile anche nel mondo Spa, si riferisce dunque agli ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali, e in particolare a tutti i luoghi confinati adibiti a dimora, svago, lavoro e trasporto. In questa documentazione si analizzava soprattutto la qualità dell’aria interna (IAQ), che negli ultimi anni ha subito un progressivo scadimento, dovuto in parte ai livelli esterni di inquinamento ma, soprattutto, alle numerose sorgenti interne che determinano concentrazioni di inquinanti spesso superiori a quelle presenti all’esterno. Da questa prima considerazione, la relazione metteva in luce la necessità di contenere i consumi per il riscaldamento e per la ventilazione, di migliorare l’isolamento termico degli edifici, di curare in fase progettuale l’impiantistica a risparmio energetico.

Alla luce di queste considerazioni iniziali, ad oggi è indiscutibile che esistano casi nei quali l’attenzione per l’adeguata aerazione dei locali, la sanificazione degli ambienti e la corretta pulizia dell’acqua non siano sufficientemente curate è una realtà purtroppo amara se non degradante talvolta, proprio in quel luogo destinato al benessere.

Per evidenziare i punti fondamentali di questo argomento, abbiamo interpellato alcuni professionisti se settore, ai quali abbiamo chiesto un confronto progettuale rispetto ai lavori già eseguiti in Italia.

Punto di partenza iniziale è la delineazione chiara degli spazi per area bagnata, umida e trattamenti con relativi vani tecnici, al fine di bilanciare perfettamente funzionalità e estetica. A tal proposito l’architetto Hugo Demetz, da anni autore di importanti Centri Spa, ha sottolineato: “Credo che il primo punto di partenza sia un progetto semplice e chiaro, anche se le condizioni della struttura sono complesse. In alcune Spa, ad esempio l’Hotel Bad Moos a Sesto (BZ), uno dei lavori più interessanti di cui mi sono occupato fino ad oggi, aveva una problematica legata all’acqua sulfurea, quindi l’iter in termini di sanificazione dell’aria è stato abbastanza laborioso. In ogni caso è fondamentale predisporre tutti i vani tecnici necessari, prevedere antivani, utilizzare materiali di ottima qualità in grado di resistere alla corrosione dell’acqua (termale, di mare e dolce), adattare esteticamente i necessari impianti idraulici e termici. Poi, serve soprattutto scegliere un’azienda seria e professionale, un partner affidabile e referenziato nel settore idraulico e impiantistico, che conosca realmente il mondo delle Spa dove gli errori, purtroppo, sono sempre troppi”.

Imprecisioni progettuali ed errori strutturali in fase di installazione. Su questo argomento l’Ing. Edgar Hofer, responsabile del trattamento aria e recupero energetico dell’omonima azienda non ha dubbi: “Primo punto fondamentale per evitare impietosi errori è avere sempre una sinergia con l’architetto già in fase progettuale. Occorre prevedere lo spazio necessario per i vani tecnici, creare un giusto isolamento e dare importanza ai cunicoli per l’adduzione dei canali d’aria. Spesso l’architetto sacrifica questi spazi: ogni vano tecnico deve essere un cuore pulsante che lavora bene, deve essere facilmente ispezionabile e il meno possibile sacrificato dalle esigenze estetiche. Una regola generale è a nostro parere questa: evitate di ricavare la Spa in spazi minori, cercate di dare la giusta collocazione nell’hotel al luogo del benessere! Interrati, seminterrati, luoghi privi di luce diretta, spazi minori alla fine creano sempre qualche problema agli impianti. Meglio scegliere una location idonea che sia già di per sé un ambiente vivibile”.

La sanificazione dell’aria

I maggiori fattori di rischio errori per quanto riguarda la sanificazione dell’aria riguardano dapprima la mancanza di un giusto equilibrio tra temperatura e umidità: in linea generale nella Spa è necessario una temperatura ambiente dagli 8 ai 10 °C superiore rispetto alla media, mentre in termini di umidità bisogna distinguere valori tra il 60-70% nell’area bagnata, intorno al 50% nell’area umida e di poco inferiore nell’area trattamenti, per un’umidità relativa generale tra il 50 e il 70%. Se i valori dell’umidità sono troppo alti il rischio è la condensa, fastidiosa per le persone e dannosa per l’intera struttura; viceversa se troppo bassa si avrà una sensazione di secchezza e di freddo. “Sono d’accordo con gli architetti nel non mettere in evidenza i vani tecnici, ma è fondamentale scegliere con grande attenzione la termoregolazione dell’aria– precisa l’Ing. Davide Gennaro, responsabile tecnico dell’A.T.R. Aria Termo Group-  Diciamo che i punti essenziali per un ambiente corretto dal punto di vista climatico sono:

-temperatura interna regolabile in base alle diverse zone (area bagnata, umida, spogliatoi zona fitness e area estetica

– valori dell’umidità relativa

-rapporto quantità aria immessa dall’esterno e ricircolo dell’aria interna

-risparmio energetico.

Ovviamente bisogna prevedere gli impianti molto accuratamente in fase di progettazione, valutando sempre lo spazio disponibile e la facilità di accesso ai macchinari. Dal canto nostro cerchiamo di proporre nelle Spa soluzioni modulari facilmente assemblabili in loco”.

Tra le zone più critiche della Spa in termini di aerazione gli spogliatoi e l’area umida si guadagnano il primo posto: per i primi vale la regola dell’assoluta assenza di odori e condense, quindi la necessità di un sistema di rinnovamento efficace e veloce. Per la zona umida, invece, il discorso diventa più complesso: errori di costruzione, di installazione e di manutenzione possono comportare la facile riproduzione di batteri aerobi, causa della formazione e della proliferazione di funghi, muffe e altri microrganismi. Inoltre gli stessi impianti, proprio perché operano sugli inquinanti aerodispersi, possono diventare a loro volta fonte di inquinamento a causa dei funghi trattenuti sui filtri, oppure dei batteri alimentati dalle riserve di acqua. Le installazioni che producono acqua nebulizzata, come gli impianti di condizionamento e le reti di ricircolo acqua calda negli impianti idrico-sanitari, costituiscono infatti dei siti favorevoli per la diffusione dei batteri, il più pericoloso fra tutti la legionella, tenuto conto che il suo range di proliferazione va dai 15°C a 50°C, un vero locus amoenus nella Spa.

Zone critiche risultano essere anche impianti idricosanitari all’interno delle tubazioni, specialmente se obsolete e con depositi all’interno, o anche tratti chiusi, i serbatoi di accumulo, i bollitori, i soffioni della doccia e i terminali di distribuzione. Gli altri impianti dove il rischio legionella è elevato sono le torri di raffreddamento a circuito aperto e a circuito chiuso, laddove nelle vicinanze ci sia la presenza di canalizzazioni di ripresa o aspirazione aria; da considerare anche gli impianti di condizionamento dell’aria, come gli umidificatori, i nebulizzatori, i sistemi a spruzzamento, tutti impiegati nell’impiantistica della Spa.

Su questo argomento Milena Bustreo, responsabile commerciale e coordinatrice del progetto Bioxigen, si è mostrata pienamente d’accordo sull’importanza del trattamento dell’aria nella Spa: “Gli strumenti di aspirazione, canalizzazione, filtrazione con gli anni vanno accuratamente controllati al fine di assicurare nella Spa aria microbiologicamente sana. In questi ambiente occorre ristabilire e mantenere sempre l’equilibrio ionico dell’aria, una fonte importante di comfort e benessere. Bisogna scegliere un impianto che assicuri le caratteristiche organolettiche dell’aria tenuto conto che sanificare significa controllare microbiologicamente l’aria. Ridurre il contenuto microbico dell’aria significa al tempo stesso mantenere una più alta igiene di tutte le superfici di un’area benessere”.

La depurazione dell’acqua

Un discorso analogo va fatto anche per la depurazione dell’acqua, anche se su questo argomento il livello di cultura è decisamente più elevato. Tuttavia, nella Spa questo processo non si limita alla sola piscina, ma coinvolge anche altre aree, come l’acqua sanitaria, i percorsi idroterapici, l’area umida e le docce di servizio. In linea generale, depurare l’acqua significa garantire una perfetta igiene in ogni punto a rischio della Spa: per l’acqua nelle vasche esiste una primo sistema di disinfezione efficace, ottenuto con ipoclorito, cromo oppure con l’ozono, oltre ad una pulizia meccanica a secco, senza contare il normale impianto di filtrazione. “Inutile sottolineare che senza un sistema di filtraggio potente l’acqua di una vasca non sarà mai al top– esordisce Walter Rapizzi della Culligan Italiana- è compito dell’architetto scegliere un’azienda fornitrice con referenze non solo nel settore piscine, ma anche negli impianti Spa. Mi preme ricordare l’importanza anche dell’acqua sanitaria, per la quale occorre prevedere appositi sistemi di sanificazione e di anticorrosione, cause della colonizzazione di batteri. Non esistono poi soluzioni standard, in quanto ogni Spa ha una sua identità precisa: tuttavia, protagonisti indiscussi sono disinfezione per filtrazione, addolcimento dell’acqua “dura” e inserimento di sistemi di disinfezione in linea, tramite condizionamento chimico di apposite sostanze attraverso apposita pompa dosatrice”.

In conclusione, maturare una coscienza progettuale adeguata verso l’impiantistica termo-idraulica è un elemento pressoché fondamentale per ottenere un funzionamento adeguato della Spa, tenuto conto anche dei suoi costi di realizzazione, per i quali non bisognerebbe certamente speculare economicamente: “Credo che oggi esistano situazioni dove la mancanza di professionalità crea autentici disastri– conclude l’Ing. Stevanato – I problemi legati alla deumidificazione dell’aria, al termocondizionamento, alla sanificazione dell’aria  sono dovuti alla superficialità con cui si affrontano queste problematiche. A mio parere la mancanza di cultura da parte degli imprenditori alberghieri causa notevoli difficoltà nei criteri di scelta dell’azienda partner per la realizzazione di un Centro. L’impiantistica è fondamentale, senza di questa una Spa si trasforma in un luogo malsano, dove si proverà di tutto, fuorché il benessere”.

 

 

 

 

 

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